venerdì 29 febbraio 2008

The end


Hold on...
Hold on...
Don't be scared..
You'll never change
what's been and gone,
May your smile,
Shine on
Don't be scared
Your destiny will keep you on,
Cuz all of the stars,
Have faded away,
Just try not to worry,
You'll see them some day,
Take what you need,
And be on your way,
And stop crying your heart out!
Get up
Come on
Why you scared?
You'll never change what's been and gone
Cuz all of the stars
Have faded away,
Just try not to worry,
You'll see them some day,
Just take what you need
And be on your way
And stop crying your heart out

(music verse)

Cuz all of the stars
Have faded away,
Just try not to worry,
You'll see them some day,
Just take what you need
And be on your way
And stop crying your heart out
Stop crying your heart out...


Aspetta
Insisti
Non avere paura

Non cambierai mai ciò che è passato
Possa il tuo sorriso
Risplendere
Non avere paura

Possa il tuo destino tenerti caldo

Perché tutte le stelle
Si stanno spegnendo
Prova solo a non preoccuparti

Le vedrai, un giorno

Prendi ciò di cui hai bisogno

E segui la tua strada
E smettila di straziare il tuo cuore

Alzati

Muoviti

Perché hai paura?

Non cambierai mai ciò che è passato

Noi tutti siamo delle stelle

Che si spengono

Prova solo a non preoccuparti

Ci vedrai, un giorno

Prendi solo ciò di cui hai bisogno

E segui la tua strada

E smettila di straziare il tuo cuore

Smettila di straziare il tuo cuore
Oasis, "Stop Crying Your Heart Out"

Tu credi nel destino? Tu credi che tutto quello che accade, accade per un motivo? Io credo di sì...Anzi no. Ne sono sicura. E allora a volte non è così sbagliato scrivere la parola fine, a volte è semplicemente necessario. Basta ricordarsi che dopo aver asciugato le lacrime, un sorriso è il modo migliore per andare avanti. E io adoro ridere, è quello che mi riesce meglio. Lo so che alla maggior parte delle persone sembro scema, irritante, pazza, infantile e ok ora mi fermo perché potrei proseguire all'infinito (prego evitate battutacce), ma è quello che sono, e sono fiera di esserlo. Va bene, dopo questo sproloquio si va avanti. Con il sorriso sulle labbra a dare il benvenuto a ciò che di nuovo accadrà. Non so perché ma mi sento che sta per succedere qualcosa. Che ci posso fare? Me lo sento! Ma è positivo, perché primo il cambiamento è sempre bene accetto per me, e poi sono sicura che adesso... sì, adesso accadrà sicuramente qualcosa di nuovo, ma soprattutto di molto molto bello! The end...ma solo di qualcosa

venerdì 22 febbraio 2008

L'attimo fuggente

dove tutto ha avuto inizio

martedì 19 febbraio 2008

New York City


Così questa è New York.


La Grande Mela, la città dei sogni, la città che non si spegne mai, in continuo movimento, sempre a correre, non un attimo di riposo, solo luci, pubblicità, taxi e luci lampo...

Quando il sole tramonta, una piacevole brezzolina invade le strade portando via l'odore del giorno, il sudore delle macchine e l'affanno dei business men...



Le larghe strade si popolano di genti da ogni dove che di giorno si rifugiano in freschi negozi condizionati, cercando bibite ghiacciate e vestiti griffati a basso prezzo, sbucando di notte sulle avenue e le streets, ammirando le più stravaganti performances artistiche, scattandosi foto di fronte a negozi famosi, visti in qualche film, letti in qualche libro...

E così, di notte, se alzi gli occhi al cielo, che non è stellato come quello della campagna italiana, ma è sporco e grigio, specchiante le grandi e numerosi luci, puoi notare la vastità, l'immensità e la maestà di quegli enormi palazzi; il che ti porta via il fiato.

Anche se la natura è confinata in Central Park, c'è qualcosa di animale in quelle strade, in quel vento, come un sentimento di libertà che ti riempie i polmoni con un buon odore, diverso dal normale puzzo di fritto e di inquinamento.



E la consapevolezza di poter fare qualsiasi cosa, la successiva eccitazione e la finale pazza adrenalina ti investono come una grande grande onda oceanica. Ogni faccia, ogni luce, ogni negozio e ogni cartellone pubblicitario ti urlano: "Puoi farlo! Puoi farlo!" e non importa se non sai cosa fare... basta "fare", quello è tutto cià che conta.


E vorresti avere tutto il tempo del mondo per poter esplorare quella città selvaggia, anche se ti rendi conto che i tuoi occhi sono troppo piccoli per poter memorizzare tutto... ti senti come un bambino che, a Natale, vuole aprire tutti i regali contemporaneamente ed entra nel pallone, perché troppo eccitato, ma anche un po' imbarazzato.

E, sorridendo, cammini fino al ponte di Brooklyn, lo attraversi, e poi vai a sederti nel parco appena sotto il ponte, gustando il gelato più buono dell'intera Grande Mela.

Osservi l'acqua scura del fiume scorrere verso l'oceano ed intanto ti senti piccolo, di nuovo, torni ad essere bambino, a quando niente era veramente importante se non il tuo piccolo mondo, le cose di tutti giorni, le merende con gli amici, i giochi in cortile, i cartoni il sabato mattina, le macchine, o le bambole, ed i disegni appesi al muro.

Così, in quella situazione in cui non sei più tu, ma la tua anima infantile ha preso il sopravvento, così, dico, finalmente ti senti felice, felice come non lo eri da anni, del tutto perso in contemplazione, pieno di speranza, di amore, di gioia, di buoni sentimenti, di positività e di amicizia che senti, ne sei sicuro, senti di poter donare al mondo.


Nessuno può fermarti o buttarti giù, nessun pensiero negativo, nessuna canzone triste può, in quel momento, farti tornare "grande".

Ogni desiderio può essere realizzato.

Ogni momento può essere fissato per sempre, perché niente è più importante di "ora", "subito", "adesso".

Ora. Subito. Adesso.

venerdì 15 febbraio 2008

Un giorno ci rivedremo

Per anni i suoi occhi erano stati la mia sola scialuppa di salvataggio esistente in questo mare di agonia e sofferenza, in questa quantità incredibile di emozioni ed ormoni e paranoie: era l’unico che sapesse rimanere calmo e freddo davanti ai problemi che ogni giorno mi rapivano e mi demolivano senza che potessi oppormi; aveva sempre avuto lo sguardo di una persona che non appartiene a niente a nessuno, che disprezza il concetto di “patria” e “coinvolgimento emotivo”, che non capisce per quale motivo la gente non riesca a risolvere i propri problemi. Usciva vittorioso da qualsiasi situazione, dalla più banale alla più complessa e pericolosa; niente e nessuno riusciva a demoralizzarlo, niente e nessuno aveva il potere di decidere della sua vita. Non piangeva mai. Non si incazzava mai. Amava quello che la gente odiava, e odiava quello che la gente amava. L’ho guardato negli occhi, solo per un attimo. Non so per quale masochistica ragione l’ho fatto, non so quale sia stato il motivo che mi ha spinto a guardare, a cadere nei suoi occhi neri infiniti senza risalire mai più. Erano diversi. Erano tristi. Ma quello che mi ha colpito di più è stato il fatto che fossero spenti, come se qualcuno gli avesse soffiato via quella scintilla che ogni giorno si portava dentro il suo sguardo, quella tranquillità inesauribile.
Era sconvolto, triste, arrabbiato, frustrato, impotente di fronte all’evento, impaurito, emotivamente coinvolto, forse anche troppo, senza soluzioni o vie d’uscita, nervoso, sopraffatto, impacciato, imbarazzato e sorpreso.
Era tutto quello che non era mai stato.
“Ora dove andrai?”.
“Non lo so”.
“Resta qui con me”.
“Se potessi, lo farei. Non indugerei un momento di più”.
“Ti prego, non farmi questo: resta qui, resta qui”.
“Non l’ho deciso io, amico mio. Non dipende da me”.
“Mi mancherai, non so cosa farei senza di te, non te ne andare!”.
“Te la caverai benissimo: tra poco tornerai ad essere il freddo anticonformista che eri una volta; non ti preoccupare, andrà tutto bene….”.
Per una volta le parti si erano invertite: ero io a consolarlo e a tranquillizzarlo, fatto inaudito.
“Sento già da adesso che non ce la faccio, non ce la farò mai!”
“Non sarai mai solo, avrai sempre degli amici che ti ameranno e ti dimostreranno che si può andare avanti. Io sarò sempre con te, per sempre; non ci separeremo mai veramente, finché avrai il mio ricordo, finché vivrò dentro il tuo cuore”.
“Senza di te non sono niente”.
“Mi mancherai. Tanto”.
“Mi mancherai”.
“Addio. Ti voglio bene”.
“Un giorno ci rivedremo”.
Avanzò lentamente.
Piangeva, ma non era l’unico. Tutti i miei amici erano lì, a guardarmi, con tanta sofferenza nel volto. Non avrebbero mai voluto assistere a quella scena, ma un giorno, inevitabilmente, sarebbe successo. Nessuno voleva essere vestito in quel modo, nessuno voleva piangere o sentirsi così soli ed effimeri.
Io ero solo l’inizio di una lunga serie di dispiaceri.
I nostri amici lo seguirono lentamente, standogli ad una distanza quasi reverenziale: lo rispettavano nel suo dolore.
Ma tutti condividevano i suoi pensieri.
Fedeli amici, compagni di sventura, dispensatori di felicità e di perle di saggezza, sempre presenti, sempre pronti a battersi per aiutare qualcuno.
Pensavano che non ci saremmo mai lasciati, ma invece è successo.
Non fu colpa loro, non fu colpa di nessuno.
Abbiamo diviso tutto insieme: eventi belli e brutti, cavolate, problemi, preoccupazioni, gioie, erba, birra.
Lui mi ha insegnato a vivere per me stessa, ad amarmi, a fidarmi della gente, a vivere in positivo, a non fare troppe cazzate, a dimostrargli quanto fosse stato importante per me.
Lei mi ha insegnato a guardarmi intorno e a non fossilizzarmi su una stessa persona, a non dare amore a chi non mi merita, ad essere felice.
Lui mi ha aiutato anche quando ero da sola e mi ha rassicurato anche quando non c’era molto di cui gioire.
Lei mi ha incrementato la voglia di sbagliare e di divertirmi, ma mi ha anche aiutato a ragionare e a mettere la testa apposto.
Lui mi ha fatto ridere tanto, e è stato uno dei migliori dispensatori di consigli.
Lei ha condiviso con me passioni e dolori, notti insonni, sciarpe e colori.
Lei è sempre stata disponibile per qualsiasi bisogno, dagli affari scolastici alle feste.
Erano lì a guardarmi e piangevano e si appoggiavano a vicenda e cercavano di guardare oltre, di salvarsi.
I miei genitori non c’erano. Mi stavano aspettando, anche se non sapevo di preciso dove li avrei incontrati. Almeno avrebbero gioito nel vedermi, e non avrebbero pianto come i miei amici e i miei cugini.
“Un giorno ci rivedremo”.
Lui si avvicinò e mi guardò per l’ultima volta.
“Un giorno ci rivedremo”.
Calarono la bara nella fossa e la ricoprirono di terra.
“Un giorno ci rivedremo”.




Jimmy, 18/09/2006

lunedì 11 febbraio 2008

...dubbi...


Vi è mai capitato di venire a conoscenza di un vostro aspetto fino a quel momento sconosciuto? Sì, insomma, si vive una vita, o in questo caso qualche anno, credendo di essere un certo tipo di persona, di volere determinate cose e comportandosi di conseguenza...come in amore...si trascorre moltissimo tempo inseguendo quello che si crede di volere, gettandosi anima e corpo in quell'inseguimento furioso alla ricerca della scintilla che ti scuote dentro, che ti fa sentire...vivo... E poi...un giorno realizzi che forse non sei quel tipo di persona che credi di essere, di non volere poi proprio tanto quello che finora avevi reputato fondamentale e di non comportarti mai come in realtà vorresti...come in amore...e se quello che insegui non fosse poi in realtà quello che vuoi? Se quella scintilla, quella benedetta scintilla che vai inseguendo, andasse ricercata da tutt'altra parte? Credo che a volte si perda tanto, troppo tempo a fare delle cose che in realtà non piacciono ma...ma vanno fatte e basta fino a che l'abitudine non diventi una gabbia...

"...ridammi l'effetto di un battito nel petto..." NEK, Almeno stavolta

"...ascolta il tuo cuore, fai quel che dice anche se fa soffrire, chiudi gli occhi e poi tu lasciati andare, prova a volare oltre questo dolore...non ti ingannerai se ascolti il tuo cuore..." L.PAUSINI, Ascolta il tuo cuore

venerdì 8 febbraio 2008

Amore non è amore



Non sia mai ch'io ponga impedimenti

all'unione di anime fedeli; Amore non è amore

se muta quando scopre un mutamento

o tende a svanire quando l'altro s'allontana.

Oh no! Amore è un faro sempre fisso

che sovrasta la tempesta e non vacilla mai;

è la stella-guida di ogni sperduta barca,

il cui valore è sconosciuto, benché nota la distanza.

Amore non è soggetto al Tempo, pur se rosee labbra e gote

dovran cadere sotto la sua curva lama;

Amore non muta in poche ore o settimane,

ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio:

se questo è errore e mi sarà provato,

io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.

W.SHAKESPEARE, Amore non è amore


Non è forse così? L'amore, anzi, l'Amore vero, non è forse quello che ti supera tutto? La prima volta che ho sentito questo sonetto di Shakespeare è stato quando ho visto il film tratto dal libro di Jane Austen "Ragione e Sentimento". Lo lesse una delle protagoniste principali della storia, Marianne, l'eroina del sentimento, della passione, di quell'ingenua dolcezza che le permetteva di decantare Shakespeare con il cuore...e allora è davvero come dice Will? Se la persona amata si allontana, se qualcosa cambia nel rapporto, se non è più la stessa? Questa è una prova...chi ama non conosce impedimenti, chi ama supera tutto, chi ama è il punto di riferimento per lo smarrimento dell'amato, chi ama non tiene conto del tempo che scorre sulla pelle e non svanisce come l'inchiostro su un foglio bagnato dalla pioggia. Amore è tutto questo e molto di più...e poi chi si è per dire che Shakespeare non ha mai scritto e che l'amore non sia ciò che sconvolge l'uomo da...bhé, da sempre?

Lizzie

I wish you where here...

Allora, pensi di saper distinguere il paradiso dall'inferno?

I cieli azzurri dal dolore?


Sai distinguere un campo verde da una fredda rotaia d'acciaio?


Un sorriso da un pretesto?


Pensi di saperli distinguere?


E ti hanno portata a barattare i tuoi eroi fantasmi?


Ceneri calde con gli alberi?


Aria calda con brezza fresca?


Un caldo benessere con un cambiamento?


e hai scambiato un ruolo di comparsa nella guerra con il ruolo di protagonista in una battaglia?
Come vorrei, come vorrei che fossi qui....


Siamo solo due anime sperdute


Che nuotano in una boccia di pesci


Anno dopo anno


Corriamo sullo stesso vecchio terreno


E cosa abbiamo trovato?


Le solite vecchie paure


Vorrei che fossi qui....
Pink Floyd.
Mentre stavo cucinando la marmellata di arance (che sta venendo un bello schifo....) per l'esperimento di scienze, mi è venuta in mente questa stupenda canzone... pensavo a quando la sentii per la prima volta: anche se riuscivo a capire solo il ritornello, sentii che entrò subito a far parte di me... e mi promisi che un giorno avrei cantato a quacuno: "vorrei che tu fossi qui".
Oggi ho quel qualcuno a cui urlarlo in faccia, anche se probabilmente glielo sussurrerei lentamente in un orecchio...
so che quella persona è lontana mille miglia da me, so che non posso raggiungerla adesso.
Ma riascoltando i pink Floyd, ho come avuto l'impressione che il ricordo del suo sorriso, così pallido a causa del tempo, fosse stato restaurato da una magia e fosse tornato a splendere come una volta...
Forse la vita di tutti i giorni ci sta risucchiando lentamente in un vortice di impegni e stress e noi, d'altro canto, ci stiamo lentamente allontanando dai sogni, dalle passioni, dai ricordi.. dagli amici..
-- Red: “Certo però che due settimane nel buco…”
Andy: “Sono volate”.
Altro: “Stronzate!”.
Altro: “Nel buco i giorni non passano mai, già, una settimana nel buco è come un anno!”.
Altro: “Puoi dirlo forte!”
Andy: “C’era il signor Mozart a tenermi compagnia”.
Altro: “Perché, quelli ti hanno fatto portare il giradischi lì dentro?”.
Andy: “Ce l’avevo qui [indica la mente] e qui [indica il cuore]. Questo è il bello della musica. Nessuno può portartela via. A voi la musica non fa lo stesso effetto?”--
(dal film Le ali della libertà).
"Nessuno può portartela via": così mentre ogni giorno tutti diventiamo sempre più indiferenti nei confronti degli altri perché troppo occupati da noi stessi, la musica, per me come per molti altri, ci aiuta a sopravvivere alla diffidenza e alla solitudine.
Facendoci ricordare le persone che sono andate via,
facendo riaccendere i sorrisi delle vecchie fotografie,
facendo volare via la polvere da una vecchia dedica scritta su un vecchio libro...
E così ti ricordo, grazie ad una canzone che per circa quattro minuti ha fermato il mondo e tutti i miei pensieri affannati. Quando non ci sarà più questa pace a regnare dentro di me, quando i tempi torneranno a farsi duri e le lacrime a bagnare il cuscino, questa canzone mi ricorderà te...
e tanti giorni di tanti, tanti anni fa...
Jimmy

giovedì 7 febbraio 2008

Il lampo di genio...!

L'ispirazione per creare questo blog con la mia sorellina acquisita Jimmy (che non è un maschio come a primo impatto verrebbe da pensare) è successo per caso uno di questi giorni mentre navigavo senza una meta ben precisa, anzi stavo cercando un blog su Jane Austen (preparatevi a sentire questo nome all'infinito) , e, mentre ne esaminavo uno,...squilla il cell ed è un messaggio della mia co-autrice. Mi dice: "O-MIO-DIO: pag 186 del libro di inglese...o mio Dio...sto per morire". Sì, lo so, è esagerata, ma non è del tutto biasimabile perché in quella pagina si trovava una scheda completa del film "L'attimo fuggente"...chi non l'ha visto mi creda è uno dei film più belli della storia del cinema e chi l'ha visto, bhé, chi l'ha visto mi darà pienamente ragione. E allora ecco ho guardato il cell e poi lo schermo del PC ed infine di nuovo il cell...avevamo l'idea, potevamo avere un blog! Ed ecco come è nato, per caso, forse per sbaglio come accadono tutte le cose più belle ma è un modo per onorare la Dead Poets Society, la nostra non sarà di sicuro come quella, ma proveremo comunque ad esprimere il nostro amore e rispetto per chi ha fatto delle parole la propria arte.



Lizzy (che se non lo sapete è la protagonista del romanzo di Jane Austen "Pride and Prejudice")